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Quando l’email inganna: l’era dello spam generato da IA

Immagina di aprire la tua casella di posta e ricevere decine di messaggi perfettamente scritti, personalizzati e senza errori. Fino a qualche anno fa sembrava impensabile, oggi è la norma: il 51% delle email di spam è generato da intelligenze artificiali, una crescita esplosiva rispetto al 10% di appena due anni fa. Lo conferma una ricerca di Columbia University, University of Chicago e Barracuda Networks, che ha analizzato milioni di messaggi e ha evidenziato come le nuove tecnologie linguistiche stiano rendendo le truffe via email sempre più sofisticate.


Le email scritte da IA sembrano autentiche. Niente refusi, testi ben curati, forme di cortesia e dettagli personalizzati. Grazie a sinonimi sempre diversi e stili di scrittura verosimili, questi messaggi riescono a superare facilmente i filtri antispam tradizionali e a ingannare anche i lettori più attenti. È sempre meno probabile ricevere le classiche mail sgrammaticate: oggi le truffe sembrano provenire da veri colleghi, banche o corrieri.


Questa evoluzione aumenta i pericoli per tutti: basta un clic distratto per cadere in trappola, esponendosi a furti di dati, perdite economiche o danni reputazionali. Le aziende, in particolare, devono fare i conti con truffe sempre più mirate e verosimili, capaci di compromettere la loro sicurezza informatica in pochi istanti.


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Di fronte a questo scenario, la prevenzione è tutto. Ecco qualche consiglio per difendersi dallo spam generato da IA:

  • Verifica sempre i dettagli del mittente — anche una piccola variazione nel nome o nel dominio può svelare una truffa.
  • Diffida di richieste urgenti o troppo generiche — i cybercriminali giocano sulla fretta per indurti all’errore.
  • Non cliccare su link sospetti e non aprire allegati inattesi — prima di farlo, chiedi conferma al mittente su un altro canale ufficiale.
  • Mantieni aggiornati filtri antispam e antivirus — le nuove minacce evolvono in fretta, le tue difese devono fare altrettanto.
  • Forma te stesso e i tuoi collaboratori — corsi di aggiornamento e simulazioni di phishing aiutano a riconoscere le trappole.

Fonte: Ansa