Vai al contenuto
Home » Tecnologia » Intelligenza artificiale » Google porta in Italia AI Mode

Google porta in Italia AI Mode

Google accelera sulla sua trasformazione più ambiziosa: l’intelligenza artificiale al centro della ricerca. Da oggi, anche in Italia, debutta AI Mode, una nuova modalità che promette di rivoluzionare il modo in cui milioni di utenti interagiscono con il motore di ricerca più usato al mondo. Non una sostituzione, almeno per ora, ma un’integrazione che permetterà di ottenere risposte più articolate e personalizzate rispetto alle classiche “dieci blue links”.


AI Mode non sarà attivato di default: l’utente dovrà selezionarlo manualmente. Una scelta prudente da parte di Google, che preferisce introdurre la novità gradualmente, senza stravolgere subito l’esperienza di ricerca. Una volta attivata, l’intelligenza artificiale analizzerà miliardi di pagine web per restituire risposte sintetiche e strutturate, capaci di affrontare anche quesiti complessi o formulati in modo naturale, simile a una conversazione.

Nick Fox, vicepresidente senior per la Search, sottolinea che gli utenti stanno già cambiando il loro approccio: «Nei Paesi dove AI Mode è attivo, le persone pongono domande due o tre volte più lunghe di prima, spesso arricchite di dettagli personali».


Google ricava oltre metà dei suoi ricavi dalla pubblicità legata alla ricerca. Modificare la formula che sostiene il suo business è un passo delicato, ma inevitabile. L’azienda vuole cavalcare il cambiamento delle abitudini online: se gli utenti chiedono risposte più complesse, serve uno strumento capace di fornirle.

Per ora, l’integrazione con la pubblicità è ancora in fase di studio, motivo per cui AI Mode resta opzionale. Ma l’obiettivo a lungo termine è chiaro: rendere la ricerca più utile, personalizzata e, al tempo stesso, sostenibile per l’ecosistema editoriale e pubblicitario.


Uno dei nodi centrali riguarda l’affidabilità delle risposte. Fox ribadisce che AI Mode si basa sulla lunga esperienza di Google nel valutare la qualità del web: «Abbiamo costruito il modello più sicuro possibile, soprattutto su temi delicati come salute e finanza». L’azienda promette inoltre di mantenere visibili i link alle fonti, per garantire trasparenza e continuità nel traffico verso i siti degli editori.


Se l’AI cambia la ricerca, quali saranno i dispositivi del futuro? Secondo Google non è ancora il momento di archiviare il telefono, ma è probabile che gli occhiali intelligenti diventino lo strumento naturale per integrare le funzionalità dell’AI nella vita quotidiana. Un ritorno alle sperimentazioni del passato, ma con tecnologie oggi molto più mature.


Il dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale è acceso. C’è chi teme per la diffusione di informazioni errate o per la disintermediazione degli editori, e chi invece intravede nuove possibilità. Google sceglie l’ottimismo cauto: «I rischi ci sono, ma le opportunità sono maggiori. Per questo ci muoviamo con prudenza, privilegiando la qualità e un approccio responsabile».

Fonte: Corriere.it