Nel 2025, Google ha deciso di aggiornare uno degli elementi più riconoscibili della sua identità visiva: il logo. O, più precisamente, la “G” che rappresenta l’intero brand nelle sue versioni compatte. Un cambiamento apparentemente piccolo, ma carico di significato. Non si tratta solo di una variazione estetica, ma di un segnale chiaro dell’evoluzione che l’azienda sta vivendo, soprattutto alla luce dell’integrazione dell’intelligenza artificiale e del progetto Gemini.

Un logo, mille sfumature (letteralmente)
La nuova “G” mantiene la forma a spirale già nota agli utenti, ma abbandona il classico schema di quattro colori piatti per adottare un elegante gradiente cromatico. Il blu, il rosso, il giallo e il verde ora sfumano in modo più fluido, creando un effetto dinamico e contemporaneo. Il risultato è un simbolo che conserva l’identità storica di Google, ma che si proietta verso un’estetica più sofisticata e tecnologica.
Questo tipo di approccio è perfettamente coerente con la tendenza generale nel design dei brand tech, dove l’uso di sfumature e transizioni di colore rappresenta fluidità, adattabilità e intelligenza. Non a caso, il restyling è strettamente legato a Gemini, l’ambizioso ecosistema basato sull’intelligenza artificiale lanciato da Google.

Gemini al centro della nuova identità
Il rebranding non arriva in un momento qualunque. Google ha fatto della sua piattaforma Gemini – l’evoluzione di Bard e l’ingresso a pieno titolo nell’era dei modelli linguistici generativi – uno dei pilastri della sua strategia futura. Il nuovo logo serve anche a rendere visibile questo cambio di paradigma: un’azienda che non è più (solo) un motore di ricerca, ma un attore chiave nello sviluppo e nell’implementazione dell’intelligenza artificiale.
La scelta del gradiente può essere letta anche in questo senso: non più colori rigidi e separati, ma una transizione continua, come continua è l’evoluzione dell’IA, capace di apprendere, adattarsi, fondere informazioni da fonti diverse.
Un segno (grafico) dei tempi
Negli ultimi anni, il minimalismo ha dominato il mondo del design. Molti brand hanno optato per loghi piatti e privi di profondità. Google, con questa nuova “G”, sceglie invece un minimalismo evoluto, che non rinuncia alla semplicità ma introduce elementi più raffinati. È un modo per comunicare affidabilità e innovazione allo stesso tempo.
Anche la scelta di mantenere il formato circolare e la tipica “G” conferma la volontà di non rompere con il passato, ma piuttosto di accompagnare il pubblico in un’evoluzione naturale. È un equilibrio difficile da raggiungere, ma fondamentale per un brand della portata di Google.
Un logo che anticipa il futuro
Questo aggiornamento grafico potrebbe essere solo il primo passo di un rinnovamento più ampio. Quando un’azienda come Google cambia qualcosa di così riconoscibile, raramente si tratta di un gesto isolato. È probabile che vedremo ulteriori interventi sulla brand identity e sull’interfaccia dei prodotti, tutti orientati a valorizzare l’intelligenza artificiale e a rafforzare la percezione di Google come guida nella rivoluzione tecnologica in corso.
In definitiva, questa nuova “G” non è solo un logo: è una dichiarazione di intenti. Un modo per dire che Google sta cambiando pelle – ma senza dimenticare le sue radici.